C’è chi fa shiatsu sempre e solo con la musica, c’è chi la usa di tanto in tanto, c’è chi
considera il silenzio indispensabile. E come sempre, ogni punto di vista ha la sua ragion
d’essere. Per quanto mi riguarda, negli ultimi dieci anni sono passato dal silenzio ascetico ai
pieni orchestrali, dai sitar indiani alle cornamuse celtiche, dalla musica elettronica alla
fusion. E a questo punto del viaggio, posso affermare con certezza che la “pressione”
ambientale fornita dalla musica (e più in generale dai suoni) può cambiare drasticamente
gli effetti di un trattamento.
Non ci vuole molto a capire che lo stesso trattamento darà effetti differenti se
accompagnato da un quartetto di Mozart, dal silenzio rotto a tratti dal vento che muove le
cime degli alberi, dalla passione di un flamenco, o dai decibel di clacson, antifurti e
motorini.
In realtà esistono altri parametri ambientali che influenzano notevolmente l’efficacia del
trattamento. Ad esempio la temperatura (della stanza, del futon, delle mani di tori), la luce
(soffusa, diretta, insufficiente, variabile), gli odori (dell’ambiente e soprattutto di tori!),
l’arredamento (pieno di diplomi, di stampe cinesi, ordinato al punto che si ha paura di
sporcare, senza privacy, casalingo, etc.), l’abbigliamento di tori (sembrate medici o
samurai, fricchettoni o guru, avete un aspetto professionale o trasandato?).
Se poi consideriamo la pubblicità che facciamo (targa, volantini, libri e riviste) o che fanno
i nostri stessi clienti attraverso il passaparola (che si suppone positivo), e il modo con cui
accogliamo il cliente (compresa la mon-shin, la diagnosi basata su domanda e risposta) e lo
congediamo (compreso il rilascio o no della fattura), ci rendiamo conto di come in realtà il
trattamento vero e proprio sia solo una delle componenti del “Trattamento”.
Tutti noi shiatsuka sappiamo che la diagnosi di uke non inizia sul futon, ma da quando
telefona per fissare l’appuntamento. Facciamo attenzione a come stringe la mano quando
entra nello studio, a come cammina, come si veste, come si esprime, che odori emana il suo
corpo, ai segni del volto, etc. e solo alla fine (quello che uke considera l’inizio) avendo già
un’idea di chi abbiamo di fronte, cerchiamo prime conferme attraverso domanda e
risposta, per poi cercarne ulteriori con la diagnosi del tocco.
L’importante è ricordarsi che la stessa cosa sta facendo uke!
E che quindi non arriva “vergine” al trattamento, ma con uno stato d’animo di
“apertura” (disponibilità a contribuire al processo di guarigione) o di
“chiusura” (protezione o fuga) che anche noi abbiamo contribuito a formare.
Ogni strategia di shiatsu che si rispetti non può non considerare tutti questi aspetti, e,
anche se ovviamente, è la qualità della pressione l’aspetto più importante del Trattamento,
il contesto in cui esso avviene può limitarne o aumentarne enormemente l’efficacia.
Ogni scuola in genere è caratterizzata da un suo particolare stile, e suggerisce (od obbliga)
ad assumere alcuni comportamenti distintivi, sovente riguardo all’abbigliamento (ghi
bianco, magliette con manica-kimono, libero, etc.) che diventa quasi una divisa vera e
propria.
Altre volte vengono date precise indicazioni sull’arredamento dello studio, ma non ho mai
sentito di lezioni sul corretto utilizzo della musica. Per questo motivo, spero che quello che
leggerete vi interesserà, e che le segnalazioni vi facciano anche risparmiare qualche lira
(pardon, euro), perchè sinceramente, non è sempre così facile trovare della buona musica
che sia inoltre adatta allo shiatsu.

PER CHI STATE METTENDO LA MUSICA?
Per voi o per uke? Forse questo è l’interrogativo più importante.
Siete arrivati al decimo trattamento e non ne potete più? Dopo tutta questa
concentrazione, questo silenzio, c’è bisogno di un po' di movimento. Ecco che viene
spontaneo mettersi un bel sottofondo per “alleggerire” la stanchezza. Benissimo. Ma è
d’accordo anche la commessa del grande magazzino che vive tutto il giorno con la musica
di sottofondo e ha bisogno invece di un po' di silenzio ed interiorità?
Altro esempio.
Siete di quelli che usano sempre la musica per fare shiatsu, ma a forza di sentire sempre le
solite musichette rilassanti (che costano poco, in edicola, e potete comprarne di più),
incominciate ad avere esigenze di musica un po' più impegnata, e così poco alla volta il
vostro palato vi porta a gustarvi la prima linea della sperimentazione etno-acid-culturaltantrica
(il tantra ci sta sempre bene). Ed in effetti, invece della solita musica plin-plin
(come la chiama un mio cliente) vi ritrovate con armonie e melodie più complicate e di non
facile ascolto che però fanno venire gli incubi al vostro povero uke, che come sempre ha
solo voglia di non sentire più male, e qui i casi sono tre:
1. non ci capisce niente e “stacca” facendosi una bella dormita
2. senza rendersene conto cerca di capire e seguire suoni improbabili e linee melodiche
complicate e quindi non si apre al trattamento ed all’ascolto di sè, procurandosi magari
qualche tensione in più
3. dopo il secondo trattamento a base di gorilla sintetizzati che sodomizzano monaci
tibetani campionati decide di scegliersi un massaggiatore “classico” che nel peggiore dei
casi gli parla della crisi del Milan.
Insomma, se state mettendo della musica per uke, è perché siete consapevoli di cosa state
facendo e avete scelto usando qualche criterio (vedremo più avanti).Ma se la state
mettendo per voi stessi, attenzione! Potreste andare incontro a spiacevoli sorprese. Ormai
ho capito che non esiste musica “neutra”, e anche quella cosetta semplice semplice di
sottofondo e a basso volume che non può che rilassare, può invece essere vissuta da uke in
modo estremamente negativo. Perché magari non ci sente bene da un orecchio, e visto che
lo stereo è piazzato proprio da quella parte, praticamente quella che era una musica
rilassante diventa un continuo susseguirsi di suoni disarticolati e discontinui che: a)non
sono musica ma rumore, b)ricordano in continuazione a uke la sua “menomazione” uditiva
e lo fanno sentire a disagio. Ed è un’esperienza tra le molte che ho vissuto.

ACCORGIMENTI GENERALI
Questo spazio di Shiatsu.To.it non vuole assolutamente essere un corso di musicoterapia,
ma soprattutto uno scambio di esperienze sull’utilizzo consapevole della musica nello
shiatsu. Ed inoltre una fonte di segnalazioni di autori e titoli che possono essere usati con
successo e con piacere durante il trattamento.
Anzi, vi prego di segnalarmi vostre “scoperte” ed esperienze in tal senso.
Vediamo quindi quali sono gli aspetti più importanti da tenere presente quando mettiamo
della musica. Di volta in volta verrà approfondito un tema e verranno proposti cd di vario
genere. In realtà questo è un elenco di domande a cui ognuno potrà dare la propria
risposta a seconda della sensibilità ed esperienza maturate.
1. Per chi sto mettendo la musica? A cosa serve?
2. Uke ha bisogno di silenzio?
3. Uke ha senso musicale, gli piace la musica? Quale?
4. Uke ha problemi di udito?
5. Quali caratteristiche deve avere lo stereo? Meglio cd o cassette?
6. Ogni stanza va bene? (rumorosità, spazi tropo grandi, troppo piccoli, etc.)
7. Che musica scegliere? (rilassante, evocativa, induttiva stati alfa, etc.)
8. Che cosa mettere quando…?

RECENSIONI
In giro c’è molta musica, ma soprattutto nel settore “New Age” o comunque della musica
rilassante, meditativa e tradizionale, bisogna fare molta attenzione. Il confine tra rilassante
e noioso è molto sottile. E se poi vogliamo usare la musica per facilitare movimenti del ki,
rilasci emozionali o più semplicemente l’interiorizzazione, abbiamo assoluto bisogno che
(tanto per cambiare) questa musica abbia un “cuore”, e non sia solo il risultato di una
iniziativa commerciale.
Il problema è che in pochi negozi è possibile ascoltare prima di acquistare. Inoltre, anche
se “andiamo sul sicuro” acquistando musica di autori che già conosciamo e apprezziamo,
possiamo sempre andare incontro a esperimenti poco felici.
Quindi, se decidete di usare della buona musica non c’è altro mezzo se non quello di
cercare, ascoltare e... spendere. Dedicheremo comunque una puntata proprio ai consigli
sul come cercare e trovare spendendo il meno possibile.
Gli autori ed i titoli che mi permetterò di consigliarvi hanno tutti superato l’esame del
tempo, nel senso che anche dopo averli ascoltati a lungo, non mi hanno stancato. Sì perché
c’è anche questo aspetto da considerare. Se mettete spesso della musica, fate attenzione
che non sia del tipo “usa e getta”, e comunque avete bisogno di un certo numero di cd nei
vostri scaffali se non volete avere crisi di rigetto.
Buon Ascolto.
Daniele Arnaldo Giorcelli

Mark-Almond, “NIGHTMUSIC”, White Cloud
Iniziamo subito con uno dei più bei dischi in cui mi sono imbattuto ultimamente. Musica
jazz evocativa, sexy ed estremamente raffinata. Se avete mani grandi, calde ed il vostro stile
di shiatsu è particolarmente avvolgente, questa è la vostra musica. Attenzione però se è
sera, e tra voi ed uke c’è “feeling”. Con una musica come questa è come se Cupido invece di
usare i soliti arco e frecce fosse dotato di una 44 magnum con proiettili esplosivi.

Riley Lee, “Oriental Sunrise”, ENSO
Musica tradizionale giapponese di alta qualità. Paesaggi sonori che infondono pace e
serenità attraverso l’uso del flauto shakuhachi e di altri strumenti tradizionali come il koto.
Il ghi bianco qui è di rigore.