Dojo FURINKAZAN

Il Dojo Furinkazan

La prima pietra del rudere venne posata dal bisnonno Giuseppe Fallo nel 1898. Le pietre per la sua realizzazione venivano prese nel fiume a valle (il Timeto), e portate a spalla nei sentieri che collegavano le due zone. Mentre le travi e il materiale in legno veniva recuperato nella foresta circostante. Negli anni successivi la struttura venne ampliata per dare ospitalità alla famiglia che aumentava. Gli anni 80 sono stati gli anni del progresso, dove tutte le famiglie cominciarono ad abbandonare le campagne per popolare le città, dove i profitti erano maggiori come anche le comodità. Per circa trent'anni il rudere venne quasi abbandonato alle intemperie che ne logorarono le mura e il tetto. Nel 2011, il ricordo degli avi e delle origini, suscita in Tindaro un ardente desiderio di far rivivere quei luoghi della sua infanzia. Inizia a lavorare sia fisicamente che spiritualmente per ricomporre tutti gli elementi di questo luogo magico.

Il nome del Dojo, Furinkazan, è stato scelto in virtù dell'ambiente nel quale è immerso. Viene collegato a Takeda Shingen, uno dei grandi signori della guerra nella storia del Giappone feudale i cui stendardi rappresentavano il Takeda Bishi l'emblema del clan, ovvero il diamante (Bishi) dei Takeda: quattro rombi uniti a formarne uno più grande. Questo simbolismo, che collega le azioni militari alla forza della natura, così forte e presente nei luoghi del Dojo, risale ad un passo de "L'arte della guerra" di Sun Tsu: in battaglia (e nella vita) bisogna essere FU-veloci come il vento, RIN-silenziosi come la foresta, KA-feroci come il fuoco, ZAN-solidi come la montagna.