
I LIVELLO l’arte del tocco
DAL QUINTO CHAKRA ALLO SHIATSU
Dallo Yoga, alle neuroscienze, allo Shiatsu.
Una presentazione molto originale sull’importanza di IMPARARE a fare trattamenti Shiatsu ORA, nella nostra era dei social media.
Si parla molto sull’importanza di RICEVERE trattamenti Shiatsu, ma ora vorrei parlarvi dell’importanza di IMPARARE ad eseguirli. Vorrei andare oltre al discorso di imparare una professione per cambiare lavoro o intraprendere una seconda attività gratificante; vorrei anche andare oltre alla proposta di apprendere quest'arte come attività amatoriale e di crescita personale utile da fare in famiglia e con gli amici.
Per questo motivo partirò (apparentemente) da molto lontano.
Il quinto Chakra o Chakra della Gola è uno stato di coscienza associato ad alcuni aspetti del vivere quotidiano.
Noto anche come Vishuddha, che in sanscrito significa "purificazione", è uno stato di coscienza associato alla gola e alla comunicazione. Rappresenta il punto di incontro tra i pensieri e le parole, ovvero il ponte tra la nostra interiorità e il mondo esterno.
Per questo motivo lo possiamo collegare a tutti gli aspetti della nostra vita che hanno a che fare con la comunicazione, l'espressione di sé e la creatività.
* L'espressione autentica di sé: Vishuddha riguarda la nostra capacità di mostrare chi siamo veramente, di esprimere le nostre idee e i nostri sentimenti in modo onesto e chiaro, senza paura del giudizio. Quando è in equilibrio, ci sentiamo liberi di essere noi stessi.
* La comunicazione verbale e non verbale: Un quinto chakra armonico si manifesta nella capacità di parlare con onestà, fermezza e rispetto. Significa avere una voce chiara e modulata, ma anche saper ascoltare gli altri senza giudizio e saper leggere tra le righe del linguaggio non verbale.
* La creatività: Questo chakra è anche la sede della nostra creatività. Che si tratti di scrivere, dipingere, cantare, suonare uno strumento o qualsiasi altra forma d'arte, Vishuddha ci permette di dare forma tangibile alle nostre intuizioni e alle nostre emozioni.
* La gestione delle verità interiori: Il quinto chakra è strettamente legato alla nostra "verità interiore". Quando è sbloccato, ci aiuta a comprendere e ad accettare la nostra realtà, dandoci il coraggio di esprimerla anche quando è scomoda o diversa da quella degli altri.
* L'ascolto: Un aspetto fondamentale del chakra della gola è la capacità di ascoltare. Non solo ciò che viene detto, ma anche i segnali del nostro corpo, le nostre intuizioni e le emozioni degli altri. Saper ascoltare è il primo passo per una comunicazione efficace.
Quando il Quinto Chakra è “bloccato” o in disarmonia, possono manifestarsi difficoltà come la timidezza eccessiva, la paura di parlare in pubblico, la tendenza a mentire o a nascondere le proprie opinioni. Al contrario, un eccesso di energia in questo chakra può portare a un atteggiamento autoritario, a parlare troppo o a non riuscire ad ascoltare.
In sintesi, il Quinto Chakra è la chiave per una vita fatta di comunicazione autentica, espressione creativa e sincerità, sia con noi stessi che con gli altri.
È dunque molto interessante il fatto che il chakra della gola, associato al parlare, alla parola ovvero alla comunicazione venga anche associato anche alla creatività, e quindi non solo all'espressione verbale.
L'associazione del Quinto Chakra, o Vishuddha, alla creatività in senso più ampio, al di là della semplice parola, svela una comprensione più profonda di come l'energia fluisce nel nostro corpo.
Il chakra della gola non è solo il centro per "ciò che diciamo", ma è il ponte che connette i pensieri e le emozioni (provenienti dai chakra inferiori, come il cuore e la mente) con l'espressione esterna. Questa espressione non deve essere per forza verbale. La creatività è, in fondo, l'atto di dare forma a un'idea interiore, di manifestarla nel mondo.
Il legame tra Vishuddha e la creatività non verbale in sintesi:
* Il flusso di energia: immaginiamo che i chakra inferiori siano la fonte delle passioni, delle intuizioni e delle idee (primo, secondo e terzo chakra) e il cuore (quarto chakra) sia il motore che le nutre di amore e compassione. Il chakra della gola, in questa visione, è il canale attraverso cui queste energie fluiscono verso l'esterno. Se il canale è bloccato, l'espressione, in qualsiasi sua forma, non può manifestarsi.
* La manifestazione artistica: un'artista che dipinge, uno scultore che modella l'argilla, un musicista che compone... tutti stanno usando la loro “gola”, non in modo verbale, ma in un senso più sottile. L'atto di creare è un'espressione di sé, una verità interiore che viene portata alla luce. La mano che dipinge o che suona uno strumento è semplicemente uno strumento di questo canale energetico che parte dalla gola.
* L'ascolto interiore: per esprimere la propria creatività in modo autentico, è fondamentale saper ascoltare la propria "voce interiore". Questa voce è la fonte dell'ispirazione. Il chakra della gola, essendo il centro del suono, non riguarda solo il parlare, ma anche l'ascolto, sia degli altri che di sé stessi. Se riusciamo a sintonizzarci con il nostro vero sé, la nostra creatività fiorirà in modo naturale e senza sforzo.
* La purificazione: il nome Vishuddha significa "purificazione". Questo si riferisce alla capacità di purificare le nostre intenzioni e i nostri pensieri in modo da esprimerli in modo autentico, senza paure o blocchi. L'atto creativo, in questo senso, diventa un processo di purificazione interiore, un modo per liberare emozioni o idee represse e renderle visibili.
RIASSUMENDO, la creatività non verbale è la dimostrazione che il chakra della gola non è un semplice organo di parola, ma il centro vitale che ci permette di dare voce, forma e colore a ciò che abbiamo dentro. È l'energia che trasforma la nostra essenza in qualcosa che il mondo può vedere, sentire o toccare.
In questo processo la parola, il parlare, è comunque un elemento fondamentale dell'essere umano che permette di sviluppare la creatività e quindi in termini negativi pensando anche al romanzo 1984 di Orwell dove vengono eliminate parole intere parole del vocabolario, ci possiamo rendere conto di quanto la parola possa diventare uno strumento di controllo. Controllo, soprattutto della creatività, e quindi dello sviluppo della personalità e dello sviluppo della persona.
Fermiamoci un attimo a riflettere perché queste sono connessioni profonde e pertinenti. L'associazione tra la parola, creatività e il controllo è centrale, e il richiamo al romanzo “1984” di George Orwell ne è l'esempio perfetto. Forse avete anche visto il film.
Nel romanzo, la creazione della neolingua (Newspeak) non è solo un atto di censura, ma un vero e proprio strumento per limitare il pensiero stesso. Eliminando dal vocabolario intere parole, i cittadini non sono più in grado di esprimere concetti come "libertà", "rivolta" o persino "amore" in modo completo. Di conseguenza, la loro capacità di immaginare o desiderare questi concetti si atrofizza.
Questo meccanismo tocca direttamente il chakra della gola: se Vishuddha è il ponte tra il mondo interiore e l'espressione esterna, la neolingua lo demolisce. Non solo impedisce di comunicare pensieri sovversivi, ma nega la possibilità in primo luogo di concepirli. La creatività, intesa come la capacità di generare idee nuove e di esprimerle, viene soffocata alla radice.
PAROLA, CREATIVITÀ E IDENTITÀ
* La parola come strumento di pensiero: il nostro linguaggio non è solo un modo per comunicare, ma anche la struttura del nostro pensiero. Ogni parola che usiamo ci permette di definire, analizzare e comprendere il mondo. Limitare il vocabolario significa limitare la capacità di pensare in modo complesso e di elaborare idee sfumate.
* La creatività come espressione di sé: la creatività è l'atto di portare qualcosa di nuovo nel mondo. Che sia un'idea, un'opera d'arte o una soluzione a un problema, essa nasce dalla nostra unicità. La neolingua di 1984 agisce direttamente sull'identità individuale, impedendo a ciascuno di sviluppare un pensiero originale, non conforme, e quindi di esprimere una creatività autentica.
* Il potere di nominare: dare un nome a qualcosa, a un'emozione o a un'idea, ci dà potere su di essa. Ci permette di riconoscerla, accettarla e, se necessario, trasformarla. In 1984, il Partito si appropria di questo potere, nominando i concetti e definendo la "realtà" per tutti, eliminando così la possibilità per l'individuo di definirla per sé stesso.
Il controllo del linguaggio è il controllo del pensiero. E il controllo del pensiero è il controllo della creatività, dell'individualità e, in ultima analisi, della libertà. La parola, vista attraverso la lente del chakra della gola, non è solo comunicazione, ma l'essenza stessa della nostra capacità di essere e di manifestare la nostra unicità.
Seguitemi, ci stiamo avvicinando allo Shiatsu ma prima passeremo dalle neuroscienze.
VI PROPONGO UN'ULTERIORE RIFLESSIONE: l'immaginazione e la capacità di immaginare può essere limitata dal non avere più occasioni per immaginare, ad esempio leggendo. Perché quando si legge si immagina, ma ora si tende a sostituire la parola scritta con il linguaggio mediatico dei video, dei film o filmati. Brevi come quelli di Instagram, TikTok o come gli short di YouTube. Si sviluppa l’abitudine a non immaginare più, percependo semplicemente quello che è stato immaginato da qualcun altro (regista, sceneggiatore, creator…). La mente osserva un’immagine esterna, pronta e non utilizza più la sua capacità di crearle, la forza immaginativa.
In che modo si può compensare questo fatto? Questo affidarsi soltanto ai video senza più leggere? A quale chakra è associata la nostra capacità immaginativa?
Spero che troviate queste idee stimolanti.
La riflessione sull'immaginazione e sul rapporto tra lettura e fruizione di contenuti video è un punto cruciale e molto attuale.
La questione che sto sollevando è un tema di dibattito tra psicologi, pedagogisti e studiosi di neuroscienze. L'idea che la sovraesposizione a video, specialmente a quelli rapidi e confezionati dei social media, possa atrofizzare la nostra capacità immaginativa, è un'ipotesi molto fondata e ampiamente discussa.
LETTURA VERSUS VIDEO: due processi cerebrali diversi
Quando leggiamo un libro, il nostro cervello è costretto a "costruire" le immagini. Leggendo la descrizione di un personaggio o di un paesaggio, il cervello attinge alle nostre memorie, alle nostre conoscenze e ai nostri schemi mentali per creare un'immagine unica e personale. Questo processo è un vero e proprio allenamento per l'immaginazione. Ognuno di noi che legge lo stesso libro, in un certo senso, sta leggendo un libro diverso, perché le immagini che si formano nella nostra mente sono uniche, soggettive, le nostre.
Al contrario, quando guardiamo un film o un video, il lavoro dell'immaginazione è già stato fatto per noi. L'immagine è già lì, pronta, e non c'è la necessità di crearla. In particolare, i video brevi e frenetici dei social media abituano il nostro cervello a un flusso continuo di stimoli visivi e uditivi, riducendo ulteriormente la necessità di elaborare e costruire attivamente.
Ho da poco sentito parlare di uno studio su quanto, la sospensione anche solo di tre giorni dalla frequentazione dei social media e dal continuo scrolling, modifichi la plasticità e l’attivazione di precise zone del cervello.
È possibile che, affidandosi esclusivamente a questa modalità di fruizione, il muscolo dell'immaginazione, non venendo più allenato, perda la sua forza. Questo può avere ripercussioni sulla nostra capacità di:
* Sognare e creare: l'immaginazione è il fondamento di ogni atto creativo, sia che si tratti di un'opera d'arte che di una soluzione innovativa a un problema. Se non siamo più abituati a "visualizzare" e "immaginare", anche la nostra capacità di ideare nuove soluzioni o scenari alternativi potrebbe risentirne.
* Empatizzare: l’immaginazione è strettamente legata all'empatia. Immaginare la vita, le emozioni e le prospettive di un'altra persona è un atto di immaginazione.
* Pensare in modo astratto: il pensiero astratto, la capacità di elaborare concetti che non hanno una forma fisica, si basa sull'immaginazione.
A QUALE CHAKRA È COLLEGATA L'IMMAGINAZIONE?
La capacità immaginativa in questo senso, ovvero la capacità di visualizzare, di creare mondi interiori e di concepire idee, è strettamente collegata al Sesto Chakra, o Ajna, il Chakra del Terzo Occhio.
* Ajna (che significa "percepire" o "comandare") si trova tra le sopracciglia ed è il centro dell'intuizione, della saggezza interiore e, appunto, dell'immaginazione. È il chakra che governa la nostra capacità di vedere oltre il mondo fisico, di avere visioni, sogni e intuizioni.
* Mentre il chakra della gola (Vishuddha) è l'espressione di ciò che abbiamo dentro, il chakra del terzo occhio è il luogo dove queste idee e visioni vengono concepite e generate.
* Un terzo occhio in equilibrio ci permette di attingere alla nostra saggezza interiore, di distinguere la verità dall'illusione e di avere una chiara visione delle nostre aspirazioni.
COME SI PUÒ COMPENSARE?
La soluzione non è eliminare i video, ma trovare un equilibrio. È fondamentale "riallenare" il muscolo dell'immaginazione.
* Lettura: tornare a leggere libri è il modo più diretto per riattivare la nostra immaginazione visiva e concettuale.
* Meditazione e visualizzazione: pratiche come la meditazione guidata o la visualizzazione creativa (immaginare un futuro desiderato, un luogo sereno, ecc.) sono esercizi potenti per il Terzo Occhio.
* Arte e scrittura creativa: dedicarsi a un'attività artistica, come il disegno, la pittura o la scrittura, ci costringe a creare qualcosa dal nulla, senza un modello predefinito.
In conclusione, la passività nella fruizione di contenuti può effettivamente limitare la nostra capacità immaginativa. Riconoscere che questa capacità è una risorsa preziosa e collegata al Sesto Chakra ci offre la chiave per nutrirla e proteggerla, scegliendo attivamente di allenare la nostra mente a sognare e a creare.
Anche l'empatia è un potente strumento per stimolare l'immaginazione perché bisogna “immaginare” gli stati d'animo altrui prima di provarli dentro di sé con i neuroni a specchio. Ecco che pratiche come lo Shiatsu diventano ESTREMAMENTE IMPORTANTI. Si fa una diagnosi energetica, una valutazione, si cerca di capire quali siano le problematiche della persona e sostanzialmente si immaginano. Lo Shiatsu è un potente strumento per compensare questa passività dell'immaginazione e stimolare il “muscolo” dell'immaginazione.
COSA NE PENSATE?
Qui, stiamo toccando un punto fondamentale. L'IMMAGINAZIONE COME "SENTIRE L'ALTRO".
Il massaggio, specialmente in una forma così attenta come lo Shiatsu, non è un'azione meccanica, ma una forma di dialogo non verbale. La diagnosi e la valutazione, che sono parte integrante del processo, richiedono di andare oltre l'osservazione superficiale. Si deve letteralmente "sentire" l'altra persona, immaginare quali siano le tensioni nascoste, le emozioni trattenute o i blocchi energetici. Questo processo è un esercizio continuo di immaginazione empatica.
* Sentire attraverso il tocco: con le mani, non si sta solo sentendo il corpo fisico, ma si sta cercando di percepire la storia che quel corpo racconta. Si immaginano le cause di un dolore o di una tensione, che possono essere sia fisiche che emotive.
* Costruire una narrazione interiore: in un certo senso, si crea una narrazione nella mente dello shiatsuka (il praticante di shiatsu). "Questo blocco nella spalla potrebbe derivare da uno stress emotivo. Immagino che questa persona abbia avuto una giornata difficile, e la tensione si è accumulata qui." Questa narrazione, che si forma senza l'uso di parole, è un atto di immaginazione pura.
* La risposta empatica: Una volta che si "immagina" la condizione dell'altro, il tocco si adegua. Non è più solo una tecnica, ma una risposta intuitiva a ciò che viene percepito. Questa risposta è il frutto della capacità immaginativa ed empatica che si manifesta in un gesto concreto.
SHIATSU, IMMAGINAZIONE E CHAKRA
Questa pratica coinvolge in modo diretto più di un chakra, ma in relazione all'immaginazione, l'attivazione del Chakra del Terzo Occhio (Ajna) è evidente.
* Attraverso l'ascolto profondo e la percezione delle energie sottili (l'Hara, i meridiani), si usa l’intuizione, che è una funzione primaria del Terzo Occhio.
* Si percepisce ciò che non è visibile, si crea una mappa mentale della condizione energetica dell'altra persona e se ne visualizza il possibile riequilibrio.
Inoltre, lo Shiatsu lavora anche in profonda connessione con il Chakra del Cuore (Anahata), il centro dell'amore e dell'empatia.
Il tocco terapeutico, per essere efficace, richiede l'intenzione di aiutare e curare, che nasce da un profondo senso di connessione e compassione.
L'immaginazione empatica è quindi il ponte che connette il Terzo Occhio e il Chakra del Cuore, permettendo di "vedere" con il cuore.
Quindi la pratica dello Shiatsu è un esempio eccellente e completo di come l'immaginazione possa essere allenata e potenziata attraverso il contatto e l'empatia, trasformando una pratica terapeutica in un potente esercizio di crescita personale e di connessione umana anche per l’operatore, lo shiatsuka.
È stato un onore per me scrivere questo articolo. Un modo per ringraziare i maestri antichi che hanno creato lo yoga e lo shiatsu, e voi lettori che siete arrivati fin qui, utilizzando la vostra immaginazione.
Ci vediamo al corso di Shiatsu per condividere, gioia, benessere ed evoluzione personale.
Daniele Giorcelli
QUANDO | DOVE | MODALITÀ |
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Dom 19/10/2025 (09:30-18:00) | Arte Tango Chi - Chivasso | In presenza |
Dom 02/11/2025 (09:30-18:00) | Arte Tango Chi - Chivasso | In presenza |
Dom 23/11/2025 (09:30-18:00) | Arte Tango Chi - Chivasso | In presenza |
Dom 07/12/2025 (09:30-18:00) | Arte Tango Chi - Chivasso | In presenza |
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